La BOSWELLIA SERRATA è un albero, di medie dimensioni della famiglia delle burseracee, cresce in genere spontanea, prevalentemente in habitat tropicali secchi, molto famosa in India, infatti prende anche il nome popolare di incenso indiano, è molto conosciuta anche nel nord dell’Africa; la forma originaria della boswellia è una gommoresina che viene estratta principalmente dal tronco e dai rametti della pianta, successivamente viene polverizzata e concentrata in diverse titolazioni. Il prodotto in oggetto, in polvere fine, con titolazione del 65 % di acidi boswellici, ha una colorazione giallo crema e il solvente di estrazione è l’etanolo, con maltodestrine come eccipiente . 

La Boswellia serrata prende il nome dal suo scopritore, il biologo scozzese Boswell nella metà del 1700, è invece la forma delle foglie a darle l’appellativo di seghettata. Usata da tempo immemore nella medicina ayurvedica, viste le sue note caratteristiche e potenzialità, negli ultimi decenni è stata studiata approfonditamente  con risultati davvero sbalorditivi. I costituenti principali sono gli acidi boswellinici, a seguire gli oli essenziali e diversi altri costituenti. Gli acidi boswellici tra l’altro, inibiscono la formazione di leucotrieni che sono sostanze responsabili dell’infiammazione nei tessuti,  aumentando il danno causato dai radicali liberi; inoltre aiutano i vasi sanguigni a funzionare correttamente. Va specificato che non agendo sulla genesi delle prostaglandine (catalizzate dalla cicloossigenasi), non presentano gastrolesività tipica dei salicilati.

Utilizzi: il campo di applicazione della boswellia è ampio, si va dall’utilizzo topico, con cui si formulano, pomate, unguenti contro le piaghe, creme per le eruzioni cutanee, la psoriasi, l'acne, l'eczema; preparati per massaggi, oppure incensi o preparati per l’utilizzo ambientale, sempre a scopo terapeutico, tramite vaporizzatori a tempo o inalatori vari.

Più interessante è l’utilizzo interno: a tale scopo esistono varie polveri titolate diversamente in acidi boswellinici, in genere si va dagli estratti al 30 %, al 65% sino al 90%. Esistono speciali preparati, utilizzati nei malati di tumore al cervello, per la precisione nei glioblastomi, somministrati anche all’ospedale Besta di Milano, al fine di ridurre la forte infiammazione e gli edemi al cervello, sostituendo il cortisone, o in associazione ad esso, secondo i casi, al fine di scongiurare i forti effetti collaterali di quest’ultimo. Soprattutto nei malati oncologici, sono stati utilizzati gli acidi boswellinici della boswellia serrata concentrati e opportunamente formulati per poter oltrepassare in maniera più efficace la membrana ematoencefalica, la quale come è risaputo richiede sostanze che abbiano affinità con i grassi, (il cervello umano è costituito principalmente da grassi, per quanto non siano propriamente gli stessi grassi del tessuto adiposo). La boswellia è un valido aiuto per molte malattie anche invalidanti, quali ad esempio l’artrite reumatoide, l’asma, l’artrosi, malattie infiammatorie intestinali (compreso il morbo di crohn), l’artrite e, se pur non vi è espressa indicazione, anche in diverse malattie autoimmuni ove di norma viene utilizzato il cortisone. 

La somministrazione della boswellia, pur non essendo “risolutiva” nel senso che non cura la malattia, ha un suo ruolo nella prevenzione  e contenimento del processo infiammatorio; in questo senso la boswellia presenta dei tratti in comune con il cortisone. 

Sempre come coadiuvante in protocolli mirati assieme ad altri principi attivi, e nei giusti dosaggi, può rivelarsi certamente utile in diversi casi di neuropatie periferiche, polineuriti ecc ecc. dove vengono alleviati decisamente i sintomi, sola o in unione a diverse sostanze, farmaci inclusi. Nell’ospedale Besta  e non solo, la boswellia viene inserita nei protocolli medici, per la cura delle suddette patologie.

I dosaggi consigliati variano in base alla concentrazione o titolazione degli acidi boswellinici, per i prodotti con concentrazione al 30 % di acido boswellico, dosaggi sino a 2-3 grammi o più, sono frequenti; prodotti concentrati al 65% in acido boswellico, come questo in esame, 500 mg o 1 g. è una dose di base senz’altro adeguata, ripetibile più volte al giorno e aumentata in presenza di patologie specifiche. La boswellia anche in dosi importanti non genera di base, effetti collaterali o effetti avversi apprezzabili. Inoltre non presenta particolari interazioni tranne che, associata a sostanze che esplicano la stessa azione dove, è evidente e scontato che, ne aumenta gli effetti, apportando il vantaggio di diminuire il dosaggio dei farmaci. Ricordiamo che ottimi risultati hanno visto l'impiego della boswellia serrata associata alla curcuma titolata in alti dosaggi di curcuminoidi per neutralizzare l'infiammazione in casi di artriti e artrosi. Analogo successo si è potuto ottenere dalla combinazione della boswellia con il metil sulfonil metano; problematiche alle giunzioni, nello specifico alle ginocchia hanno avuto notevoli benefici. 

Consultare il proprio medico di fiducia prima dell’assunzione.

 Il confezionamento viene fatto avvalendosi di buste in plastica trasparente di grado alimentare, saldate ermeticamente e introdotte in una busta di alluminio plastificato con chiusura a zip ermetica e richiudibile.