Curcuma Radice Polvere

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Nome Botanico : CURCUMA LONGA

Famiglia Botanica : ZINGIBERACEAE

CAS  :  458-37-7

PROPRIETA' :   Antiinfiammatorio;   Analgesico;   Fluidificante del sangue;   Epato protettore;    Azione enzimatica.

UTILIZZO in CASO di  :  Infiammazione epatica e della cistifellea;   Indigestione;   Infiammazione intestinale;  Colesterolo alto;   Ipertensione;  Infiammazione articolare;  Artrosi;   Artriti;   Tendiniti;

DOSAGGIO:  da 1 a 4 grammi (una spolverata sui cibi)

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La Curcuma Longa è un tubero che proviene dall’India, produce un fiore caratteristico e molto apprezzato. L’aspetto del rizoma, soprattutto esterno può ricordare quello dello zenzero, la polpa però si presenta di un colore arancione intenso con un aroma delizioso, è bene ricordare che macchia tantissimo, non a caso viene utilizzata anche come colorante; non tutti sanno che, le tuniche dei monaci in Tibet, ad esempio, vengono colorate proprio avvalendosi della curcuma.

Il costituente principale che le dà la fama, è la curcumina, una sostanza dalla potente azione antinfiammatoria e anti invecchiamento, oltre che fluidificante sanguigna. La curcuma negli ultimi anni, un po’ come altre sostanze utilizzate nella medicina ayurvedica, è stata studiata abbondantemente portando alla luce il ruolo della curcumina, (ma anche altri curcuminoidi) nella cura di molteplici patologie, tra le altre, una possibile cura dei tumori, ovviamente servono altri studi a conferma, ma ciò che sta emergendo riguardo questo prezioso principio attivo fa ben sperare. La curcuma infatti in Oriente vanta  l’appellativo di “anti tutto”, perché esplica anche (soprattutto in dosi consone, nelle formulazioni ad alta gradazione di curcuminoidi), attività analgesica paragonabile al paracetamolo, in rete si trovano diversi studi riguardo questa sua caratteristica.

Ha azione antibiotica, grazie a ciò, trova particolare impiego verso tutta una serie di patologie tra le quali, quelle legate alla prostata, compresa la prostatite batterica. La curcuma trova altresì impiego nelle problematiche intestinali favorendo la digestione, alleviando la nausea e la diarrea, ma soprattutto è molto attiva nelle gastriti e stimola inoltre gli enzimi pancreatici. E’ epatoprotettrice, aiuta in tutti i casi di infiammazione epatica e della cistifellea. La curcuma pulisce efficacemente le arterie, abbassa il colesterolo cattivo (LDL) aumentando altresì quello buono (HDL)

La medicina ayurvedica usava la curcuma per lenire le infiammazioni delle articolazioni, artrosi, artriti, edemi e tendiniti, con un effetto non dissimile (un pò come la boswellia) dai cortisonici e, sempre come la boswellia, risulta priva degli effetti collaterali tipici del cortisone, alcuni come sappiamo di estrema rilevanza. Contrasta il diabete, l’ipertensione, riducendo la pressione sanguigna. Trova impiego anche verso i malanni di stagione grazie alle sue caratteristiche di stimolante immunitario, infatti ha anche attività antibiotica e antivirale. Infine come detto sopra è stato confermato il suo ruolo come antitumorale.

Ora va detto, a onor del vero, che una spruzzata di curcuma sui cibi o un paio di capsule di rizoma polverizzato non sortiranno gli stessi effetti descritti qui sopra, in quanto bisognerà assumere concentrazioni di curcuminoidi (i principi attivi) abbastanza consistenti per raggiungere gli obbiettivi di salute prefissati. Ciò non toglie che la buona abitudine di utilizzare la radice curcuma in cucina, sia di aiuto al benessere del corpo. Un’altra cosa che è poco risaputa, riguarda la proprietà della curcuma di potenziare diverse sostanze, il che la rende ancora più utile e fruibile in naturopatia, fitoterapia, ecc A titolo di esempio, non è insolito l’accostamento della Curcuma proprio alla Boswellia e all’Artiglio del diavolo nonché, a tutta una serie di fitoterapici ad azione simile.

É bene riportare un dato che parrebbe avere riscontri un po’ ovunque, i curcuminoidi della curcuma purtroppo non godono di una grossa biodisponibilità, che viene invece sicuramente agevolata e migliorata dalla contemporanea assunzione di pepe nero, (piper nigrum). La piperina, principio attivo del pepe nero, avrebbe a quanto pare proprio questo ruolo di veicolare e aumentare in modo significativo e dose dipendente la biodisponibilità della curcuma.

Gli studi sulla curcuma avanzano; negli ultimi tempi c’è un vero e proprio boom di laboratori indipendenti e non, che la stanno studiando soprattutto per tutta una serie di presunti ruoli che avrebbe nella biologia umana. Una cosa è certa, è sicuramente saggio accostarla sempre, in ogni cura, comprese quelle farmacologiche.

Le dosi di polvere di rizoma di curcuma vanno dal grammo ai 4 grammi e oltre. E' bene in ogni caso essere seguiti da un nutrizionista o da uno specialista del settore. Meno di mezzo grammo, l’azione è davvero blanda, scarsamente rilevabile; già ad un grammo però, soprattutto se assunta a lungo nel tempo, esercita un’ azione corroborante avvertibile, anche se non di enorme rilievo, sempre correlata al pepe nero. 

Come per la maggior parte delle sostanze in polvere, il confezionamento avviene avvalendosi di buste in plastica trasparente per alimenti, saldate ermeticamente e introdotte in una  busta di alluminio plastificato con chiusura a zip ermetica e richiudibile.

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