L’artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens), è una pianta perenne originaria del sud Africa della famiglia delle Pedaliaceae, utilizzata sin dall’antichità come rimedio per trattare processi infiammatori e patologie osteoarticolari; è un antinfiammatorio naturale che come tanti fitoterapici trova largo impiego in tutta una serie di patologie sia per uso topico che interno.

Prende il nome di artiglio del diavolo a causa delle quattro escrescenze che caratterizzano i suoi frutti a forma d’uovo, queste escrescenze sono dotate di duri e robusti uncini che spesso penetrando nelle carni degli animali in corsa, finiscono col procurar loro profonde ferite  che li costringe a detta dei nativi a dimenarsi e lamentarsi in modo da apparire come se eseguissero una vera e propria “ danza indiavolata” 

La parte della pianta utilizzata sono le radici, perlopiù la parte escrescenziosa della radice tuberosa, in pratica delle vere e proprie radici secondarie, le quali sono loro che  contengono il tasso più alto di principi attivi.

Nella medicina tradizionale del sud Africa, l'artiglio del diavolo viene utilizzato per la cura di malattie reumatiche, dolori articolari, mal di testa, febbre e problemi allo stomaco, nel senso che stimola la produzione di acido cloridrico e come vedremo, per lo stesso motivo, bisogna tenerne conto in tutti quei casi dove lo stomaco è in qualche modo compromesso, come ad esempio in chi soffre di bruciori da reflusso, esofagite, gastrite, problemi gastroduodenali, ulcere peptiche  ecc.. per cui è sconsigliato l’uso di questo estratto

I costituenti principali per cui l’artiglio del diavolo deve la sua fama, appartengono alla categoria dei glicosidi e per la precisione se ne annoverano tre, i quali sono ritenuti responsabili degli effetti antiinfiammatori, analgesici, antidolorifici e antipiretici dell'arpagofito (ossia l'artiglio del diavolo). Questi sono: arpagoside, arpagide, procumbide.

L’artiglio del diavolo, l’arpagoside, come tante altre piante fitoterapiche, è spesso non riconosciuta, o peggio screditata, dalla farmacopea ufficiale, poiché una sostanza benefica naturale, che non può essere brevettata, e quindi non può essere fonte di guadagno. Spesso, vengono indicati dosaggi d’assunzione molto inferiori rispetto a quelli utilizzati in sede di studio, prove e test, e ovviamente così proposto, l’estratto fitoterapico non sortirà beneficio (o poco) e perderà credibilità. Gli estratti vegetali invece, sono nostri alleati, per il benessere e la salute e, vanno assunti nei giusti dosaggi e sotto il controllo di un esperto o medico.

L'artiglio del diavolo è attivo in tutte le in situazioni che causano dolore e infiammazione come: tendinite, osteoartrite, artrite reumatoide, mal di schiena, dolori alla cervicale e un po’ tutte le situazioni dove sia utile un antinfiammatorio e analgesico. Queste proprietà sono state confermate da numerosi studi condotti in vitro, su topi, ratti e su esseri umani. Molti di questi studi hanno paragonato l'efficacia di comuni prodotti farmaceutici antinfiammatori a quella degli estratti naturali di Arpagofito. Inoltre ha azione ipocolesterolemizzante e ipoglicemizzante, ha comprovata azione anti ulcera, è utile in caso di gotta.

Per le patologie più gravi, il suo apporto è estremamente valido in quanto può e dovrebbe essere utilizzato quale coadiuvante sia con altri suoi simili, fitoterapici ad azione antinfiammatoria e analgesica, finanche assieme a farmaci nel qual caso si ottengono effetti più forti, più profondi e duraturi, inoltre in diversi casi permette di ridurre l’introito di farmaci maggiori, come i fans (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei), che spesso come risaputo, sortiscono effetti indesiderati.

Il dosaggio per le formulazioni di radice base polverizzata  va da un minimo di circa 3 gr per ogni dose ( è stato stabilito che in 3 gr siano presenti circa 50 mg di arpagoside); per quanto riguarda gli estratti come ad esempio quello in oggetto, le dosi variano sicuramente, diciamo che 1,5 g, due volte al giorno (anche tre) è sicuramente un dosaggio realistico; per patologie più gravi come si è accennato sopra, creare un pool di sostanze che possano funzionare sinergicamente abbattendo i possibili effetti collaterali di ognuna e garantendo ottimi risultati, sarebbe il giusto procedere.

L’artiglio del diavolo è altresì famoso per le formulazioni ad uso topico, pomate, unguenti, gel ecc, da solo o in aggiunta all’arnica, talvolta  con spirea ulmaria, ma sopratutto con boswellia serrata; artigli del diavolo, arnica e boswellia, sono un trio perfetto e sinergico.

L’artiglio del diavolo, non ha particolari effetti avversi e controindicazioni, è comunque preferibile assumerlo ai pasti principali per via delle sostanze amare che contiene, in alcuni soggetti potrebbe sortire a stomaco vuoto manifestazioni di reflusso gastro esofageo e sintomi simili, questo per la sua azione di stimolo sui succhi gastrici compreso l’acido cloridrico.

Come per la maggior parte delle sostanze in polvere, il confezionamento viene effettuato in buste di plastica trasparente per alimenti, saldate ermeticamente e introdotte in una busta di alluminio plastificato con chiusura ermetica a zip richiudibile