Gli estratti secchi sono dei preparati in polvere, che contengono un’elevata concentrazione di principio fitoterapico, ossia il principio attivo, di fiori, piante, erbe, frutti, cortecce, radici, bulbi, alghe, funghi e resine.
Vengono utilizzati principalmente nella fitoterapia, per curare o prevenire patologie più o meno gravi. L’estratto secco titolato è così detto poiché è certificato che contiene un quantitativo determinato di principio attivo e rispetta determinati requisiti che ne dimostrano la qualità. Vanno conservati in maniera corretta e in luoghi non umidi e dalla temperatura costante, ideale alla conservazione del fitocomplesso. Nella fitoterapia gli estratti secchi titolati sono dunque considerati dei veri e propri medicinali.
Si ricavano attraverso un processo di evaporazione oppure di purificazione della materia fresca o già essicata, finalizzato all’eliminazione di tutte quelle componenti non attive oppure addirittura nocive per l’organismo umano. Questo processo prevede quasi sempre l’uso di solventi, sostanze specifiche che fanno emergere il principio attivo e lo isolano dagli altri componenti meno pregiati o dannosi del vegetale; acqua ed etanolo, sono i solventi più utilizzati. Il solvente viene fatto evaporare sfruttando temperature specifiche che non superano mai i cinquanta gradi centigradi, perché temperature eccessivamente calde potrebbero alterare i principi attivi. Se questi sono particolarmente termolabili o facilmente degradabili, l'eliminazione del solvente può essere eseguita per nebulizzazione o liofilizzazione (crioessiccamento). Gli estratti vegetali secchi titolati sono portati al titolo prescritto per mezzo di sostanze inerti appropriate (lattosio, saccarosio, amido essiccato) o per mezzo di un altro estratto secco ottenuto dalla stessa materia prima, utilizzata per la loro preparazione.
Va sottolineato che gli estratti secchi ottenuti da questi processi di estrazione, possono variare tra loro, nelle caratteristiche organolettiche (colore sapore), influenzati dalla modalità di crescita del vegetale ad esempio se coltivato o spontaneo, se irrigato o cresciuto in terreni aridi, ecc. Altro fattore di non omogeneità è dato dal tipo di solvente e da quale eccipiente sono stati usati.
Erroneamente si tende a denominare estratti secchi, anche quelle polveri che derivano dalla sola essicazione e macinazione della droga (parte vegetale), e che mantengono al loro interno tutte le parti del vegetale stesso, ad esclusione della sola acqua. Va da se che, un estratto secco titolato, o una polvere della medesima droga a parità di dosaggio, non avranno lo stesso effetto benefico o curativo sull’organismo.